La situazione economico sociale “rimane impegnativa” anche se il Presidente della BCE Draghi ha annunciato che la congiuntura dell’Eurozona ha raggiunto la “stabilizzazione” e che ci sono segnali di possibile ripresa sul finire del 2013. Inoltre, la parziale cessione del patrimonio familiare di gioielli ai “compro oro” e il ridimensionamento della bolla aurifera potrebbero costituire le condizioni per nuovi stimoli alla domanda interna di gioielli. Semprechè l’ipotesi dell’esistenza di reciprocità del rapporto causa ed effetto possa passare verosimile. Ma perché il risveglio dei mercati di consumo possa tradursi in aumento delle vendite italiane occorre – sapendo di superare il limite della consentita ripetitività – l’ammodernamento e il rilancio dell’offerta. “Non si costruisce niente sulla difesa delle rendite”, ha ricordato ancora una volta il Governatore Visco a fine maggio. Per la ripresa della tradizionale funzione del sistema bancario (oggi il credito è ancora scarso, sempre più breve e sempre più caro) occorre un maggiore impegno in tutti gli anelli della filiera: dalla ripresa degli investimenti, all’innovazione di prodotto e di processo, alla revisione dei criteri della distribuzione, e altro ancora. In questa direzione un duplice segnale positivo arriva dal programma di facilitazioni finanziarie – approvato il 15 giugno 2013 dal consiglio dei ministri – teso a stimolare l’innovazione strumentale delle piccole e medie imprese per il tramite di finanziamenti a tassi agevolati per l’acquisto di macchinari e impianti nuovi ad uso produttivo. Si tratta di un provvedimento di politica industriale non nuovo. Già sperimentato negli anni novanta in funzione anticiclica, ma con alterne fortune (per memoria: la tristemente nota legge Tremonti). Ma nell’attuale situazione congiunturale, il provvedimento potrebbe avere successo perché è destinato a centrare simultaneamente due obiettivi: la ripresa degli investimenti per l’innovazione dell’apparato produttivo delle imprese orafe e, nel contempo, un vantaggioso alleggerimento della produzione invenduta di macchine specifiche presso l’industria meccanica del settore, soprattutto per la quota destinata al mercato interno. Nella foto: macchine per orafi Tibaldi. (Franco Marchesini)