Se si è alla ricerca di qualcosa di nuovo, White Milano è una certezza: brand emergenti, pezzi originali e un’atmosfera carica di elettricità fanno di questo salone un evento da non perdere. Tanto che quest’anno ha chiuso i battenti raggiungendo il record di presenze: 18mila visitatori totali, con una crescita della presenza dei buyer del 18% rispetto al 2013. La gioielleria contemporanea non è passata inosservata: tra gli espositori, erano presenti molti marchi giovani e di ricerca. Mia D’Arco, brand nato nel 2013 dalla collaborazione tra Luca Argentero e la moglie Myriam Catania, ha presentato una collezione a 360°: non solo abiti e accessori, ma uno stile di vita. I gioielli sono dotati di un disegno particolare: le superfici sono sinuose e disegnate sulle linee del corpo. C’era Margherita, linea di gioielleria lanciata dalla giovanissima Margherita Abi-Hanna, la cui produzione è incentrata verso il design: linee pulite e decise, piccole sculture da indossare. Il brand Cecilia Capuano, invece, nasce nel 2011 dall’idea dell’omonima stilista. I pezzi sono un ibrido tra arte e gioiello: ciò sta a sottolineare l’intento di creare un oggetto dalla pura bellezza estetica, senza classificazioni di genere. White è un salone capace di creare una sinergia tra la creatività delle aziende e il mercato: un binomio che, mai come ora, può essere vincente.
Nella foto un gioiello del brand Margherita
(Letizia Redaelli)