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Il preconsuntivo 2014 dell’economia dell’industria orafa si presenta meno dinamico rispetto all’andamento registrato nella prima parte dell’anno. L’analisi degli indicatori anticipatori realizzata dall’Istat conferma la debolezza del  ciclo con un nuovo calo del PIL nel terzo trimestre dell’anno. Un calo determinato dall’ulteriore ridimensionamento del potere d’acquisto delle famiglie italiane che trova riscontro nel peggioramento del clima di fiducia dei consumatori. In realtà, la flessione del PIL nel terzo trimestre è già inglobato nell’arretramento del -0,3% previsto per l’intero 2014 (Fonte FMI). Con riferimento all’industria della gioielleria, nel mese di luglio 2014 è continuata la fase di ridimensionamento delle esportazioni che si era iniziata nella primavera dell’anno. Di conseguenza, nel complesso dei primi sette mesi la rilevazione dell’Istat certifica il quasi arresto del recupero delle vendite all’estero: +1,2% in valore; +4% in termini reali al netto. Nonostante il ricordato rallentamento, l’export rimane la forza propulsiva per la produzione. Una forza legata ai noti fattori dell’eccellenza orafa italiana e che  negli ultimi mesi si è accentuata per effetto della rivalutazione del dollaro statunitense, così come per effetto del ridimensionamento del costo dell’oro, dopo il prolungato boom del decennio precedente. In più la qualità dei prodotti ha accresciuto la competitività del settore dei gioielli.  Un “premium price” che trova conferma nell’aumento del valore medio unitario delle vendite all’estero: +2% nei primi sette mesi 2014. Naturalmente con diversità da impresa a impresa: quote più alte si sono avute nelle imprese maggiori più competitive.Nel contempo rimane debole la domanda interna per le ragioni ricordate sopra. L’attuale volume produttivo ha perso slancio: è su livelli quasi dimezzati rispetto a quelli del 2000. I prodotti standard sono lasciati ai nuovi concorrenti stranieri. Alcuni sono di grandi dimensioni con il controllo dell’intera filiera: estrazione delle materie prime, manifattura, distribuzione, copertura politica dei rispettivi mercati interni. Ciononostante, l’Italia – con i suoi distretti produttivi di eccellenza – può vantare un patrimonio di competenze elevate e di artigiani artisti in grado di produrre l’alto di gamma più apprezzato su scala internazionale. Senza contare che l’introduzione massiccia delle tecnologie digitali ha trasformato i tradizionali laboratori orafi. La nuova economia – quale fattore trasversale – può rilevarsi fondamentale per l’industria orafa italiana, così come per altre realtà economiche. Accanto alla formazione di nuove grandi realtà imprenditoriali su scala europea e mondiale, possono assurgere a nuova vita e prosperare produzioni tradizionali. Vi è infatti la possibilità di reinterpretare soluzioni, gusti e forme del passato; di renderle disponibili, spesso a prezzi competitivi con quelli delle grandi produzioni di massa, in ogni angolo del mondo.

(Franco Marchesini)

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