Nel mese di gennaio 2015 le variabili della congiuntura dell’industria della gioielleria presentano ampie discontinuità rispetto alle tendenze dei mesi precedenti. Le cause sono diverse e, in gran parte, note. Prima di tutto è opportuno precisare – com’è stato segnalato più volte – che i dati di un solo mese non costituiscono una tendenza. Questa sarà delineata con le rilevazioni statistiche dei prossimi mesi. Quando si paleseranno – prevede la Banca d’Italia – “gli impulsi forniti dalle politiche macroeconomiche in termini di ripresa della domanda interna, oltre a consolidare i benefici di quella estera”.
In gennaio 2015 le esportazioni in valori nominali hanno segnato una riduzione del -2,8% nei raffronti anno su anno. Una riduzione che ha risentito sia di un effetto statistico (un anno prima, in gennaio 2014, si era avuto un rialzo consistente, del +12,4%), sia di una flessione (di oltre il -10%) dei prezzi delle materie prime preziose nel trimestre precedente, al momento delle stipule dei contratti di acquisto. Hanno continuato a ridursi le spedizioni ai due principali paesi clienti: Emirati Arabi e Svizzera. Per contro, ancora aumenti si sono rilevati per Hong Kong, Stati Uniti e paesi europei.
Dopo alcuni recuperi sul finire del 2014, il fatturato interno dei produttori orafi ha segnato un nuovo arretramento in gennaio 2015 (-18% su gennaio 2014). Ciononostante le importazioni di gioielleria hanno continuato a correre (+28,6%) riportandosi sui livelli pre crisi. In gennaio 2015 il loro valore era poco meno della metà delle esportazioni.
Nuovo rimbalzo delle esportazioni di metalli preziosi, dopo i cali del precedente biennio 2013-2014. In gennaio 2015: +25% rispetto a gennaio 2014.
(Franco Marchesini)