Al termine di due istruttorie, l’AGCM – Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha ritenuto gravemente ingannevoli e omissive le modalità di offerta dei diamanti da investimento da parte di alcune società.
Coinvolte nell’inchiesta l’Intermarket Diamond Business – IDB S.p.A. e la Diamond Private Investment – DPI S.p.A. (DPI), anche attraverso gli istituti di credito con i quali operavano rispettivamente: Unicredit e Banco BPM (per IDB); Intesa San Paolo e Banca Monte dei Paschi di Siena (per DPI). La scorrettezza è stata riscontrata nelle informazioni fornite attraverso il sito e il materiale promozionale in merito al prezzo di vendita, all’andamento del mercato (indicato in costante e stabile crescita), all’agevole liquidità e rivendibilità e alla qualifica dei professionisti come leader di mercato. Inoltre, proponendo l’investimento tramite il personale bancario, molti consumatori sarebbero stati influenzati a compiere l’acquisto senza ulteriori accertamenti. «Alla luce delle risultanze istruttorie è emerso che – riporta il comunicato ufficiale di AGCM – le quotazioni di mercato erano i prezzi di vendita liberamente determinati dai professionisti in misura ampiamente superiore al costo di acquisto della pietra e ai benchmark internazionali di riferimento (Rapaport e IDEX); l’andamento delle quotazioni era l’andamento del prezzo di vendita delle imprese annualmente e progressivamente aumentato dai venditori; le prospettive di liquidabilità e rivendibilità erano unicamente legate alla possibilità che il professionista trovasse altri consumatori all’interno del proprio circuito».
Come risultato delle suddette indagini l’Autorità ha deciso di sanzionare, per un totale di 9,35 milioni, IDB (2 milioni), Unicredit (4 milioni) e Banco BPM (3,35 milioni); invece, per un totale di 6 milioni, sono state sanzionate anche DPI (1 milione), Banca Intesa (3 milioni) e MPS (2 milioni).
Federpreziosi Confcommercio, che già da tempo aveva segnalato il problema, ha ribadito il suo interesse per l’argomento. Come sottolineato dal presidente Giuseppe Aquilino: «La prima sollecitazione risale al 2013 e recentemente avevamo rafforzato il nostro intervento con la tavola rotonda Trasparente come un diamante – Fascino e Business, organizzata a VicenzaOro Septermber 2016, con cui siamo riusciti a richiamare forte attenzione di operatori, consumatori e stampa. Sull’iniziativa la categoria si era trovata compatta, agendo con particolare incisività attraverso un importante lavoro di squadra con una comunicazione sinergica tesa a informare il cliente per la sua tutela e, di conseguenza, per la tutela della professione del gioielliere».