di Donna Jewel
Cleto Munari (foto in evidenza) è un artista visionario che fin dall’inizio del suo percorso artistico ha concepito il gioiello come un’opera d’arte indossabile, risultato di una ricerca avanguardistica e contemporanea delle forme e dei colori. Dopo un’adolescenza dedicata agli studi, al mondo dei cavalli, delle carte e del biliardo, all’età di quarant’anni ha sentito il desiderio di costruire qualcosa di proprio. «Ho iniziato ad avvicinarmi al mondo del design spinto dalla passione e dalla curiosità – ricorda lo stesso Munari – In quegli anni a Milano frequentavo Giò Ponti, Marco Zanuso, Ettore Sottsass, amici che poi sono diventati pietre miliari del design e dell’architettura. Ma è stato Carlo Scarpa – che lo ha definito un esteta – a riconoscere in me il dono dell’equilibrio e della proporzione, a farmi capire che il design poteva diventare la mia strada. Dal nostro incontro, nel 1973, ho trascorso i sei anni successivi, anche per dieci ore al giorno, accanto a lui, lo osservavo lavorare e creare. Poi dal 1980 al 1987 ho completato la mia formazione a fianco di Ettore Sottsass».
In quegli stessi anni è nata la passione per i gioielli: durante una visita al MoMA di New York un gruppo di visitatori si è avvicinato alla moglie perché incuriosito da un gioiello che indossava. Era un anello che Munari aveva realizzato per lei insieme al famoso architetto statunitense Richard Meier. «È così che ho iniziato a dedicarmi e ad appassionarmi al gioiello: per fare dei regali a mia moglie». Curioso anche di arte e letteratura, da Cleto Munari emerge una personalità positiva e piena di idee. «Mi servirebbero ancora 30 anni per realizzare tutto quello che ho in mente. Sto portando avanti diversi progetti nuovi». Una personalità che è stata sempre animata dalla passione per la bellezza «La prima cosa che ho creato insieme a Carlo Scarpa è stato un set di posate. Volevo realizzare le posate più belle del mondo, trasformando un utensile di uso comune in un’opera d’arte. Sono proprio quelle posate che mi hanno lanciato nel mercato internazionale e che oggi sono esposte in un centinaio di musei di arte contemporanea nel mondo tra cui il MET e il MoMA di New York». L’individualità che lo ha portato al successo è anche il consiglio che Cleto Munari si sente di dare ai giovani designer: «Non guardate mai a ciò che fanno gli altri ma seguite ed esprimete le vostre idee. Solo così ci si può affermare nel campo dell’arte. Non è un caso che io non visiti mai le fiere di settore e le mostre, non voglio farmi influenzare».