di Donna Jewel
«Finalmente ci rivediamo!». Un’esclamazione che accorcia le distanze in un periodo difficile come quello della quarantena e che dà inizio alla terza tappa del Grand Tour digitale alla scoperta dell’arte di Gianni De Liguoro, fondatore dell’omonima azienda che ha segnato la storia del bijou Made in Italy.
Gianni De Liguoro è nato a Milano nel 1938 e sin dall’adolescenza ha dimostrato di avere una personalità estrosa e tenace. «A 15 anni i miei genitori, che avevano una sartoria a Milano, hanno deciso di farmi imparare il mestiere facendo l’apprendista in un atelier milanese in Via Torino – ricorda De Liguoro – All’interno di questo laboratorio artigianale ho imparato l’arte della creazione ma mi sentivo ancora incompleto. A 19 anni ho lavorato come aiuto tagliatore in un’importante casa di moda. Avevo le mie idee ma non sempre venivo ascoltato, così ho deciso di spingermi oltre e di iniziare a studiare. Di giorno lavoravo per la sartoria Caraceni di Piazza San Babila e la sera frequentavo un corso di taglio per abiti da uomo e da donna all’Accademia di Belle Arti di Brera. Dopo il diploma ho conosciuto Valentino Garavani il cui perfezionismo mi ha ispirato e spinto a creare la mia attività». È nata così nel 1963 la De Liguoro, azienda dedicata alla produzione di accessori e bijoux gestita insieme alla moglie Angela Locatelli.
Dopo poco tempo, un fortunato errore di produzione ha portato De Liguoro a realizzare uno dei suoi più famosi accessori: la spilla a forma di topo. «Ero andato a tornire degli ovali per delle collane e per errore uno di questi si è deformato, con un’estremità più grande e una più piccola. Ai miei occhi, però, quello non era uno scarto. Ho fatto due buchi per gli occhi, due per le orecchie e uno dietro per la coda. Ho realizzato così la prima spilla Topino. Il caso ha voluto che finisse nelle mani della responsabile acquisti delle sorprese pasquali della Perugina che se ne innamorò. Dopo aver mandato i campioni del topino, la Perugina ne ha ordinati 50.000 pezzi». Era un’enorme richiesta per un’azienda appena nata e gestita solo da lui e dalla moglie. «Non ero pronto – sorride commosso De Liguoro ricordando quel momento – Angela e io abbiamo lavorato giorno e notte. L’anno successivo la stessa Perugina mi ha chiesto di realizzare il Topino in visone. Questa volta, però, la richiesta dei pezzi era notevolmente superiore alla prima. Abbiamo quindi deciso di coinvolgere più maestranze nella produzione». Risale sempre a quel periodo la collaborazione con i fratelli Pagot per i quali De Liguoro ha realizzato il portachiavi a forma di Calimero, il celebre pulcino nero della trasmissione Carosello, distribuito nei fustini di detersivo.
Il successo è decollato a partire dagli anni ’70 quando De Liguoro ha inaugurato Voi da Noi, lo showroom milanese pensato per permettere a clienti, grossisti e negozianti di scegliere autonomamente i bijoux selezionandoli dai cestelli. Era un’idea del tutto nuova per quegli anni che ha riscosso subito un enorme successo. È poi negli anni ’80 che la stilista Clara Centinaro, incantata dalle creazioni De Liguoro, ha aperto le porte alle collaborazioni con importanti nomi del mondo della moda: Alberta Ferretti, Trussardi, Gai Mattiolo, Cavalli, Rocco Barocco, Renato Balestra e Fausto Sarli. La sua fama, diventata ormai internazionale, lo ha portato anche a creare, dal 1984 al 1990, le corone per Miss Italia. Giunto a quasi 60 anni di attività, il pensiero di De Liguoro va a tutti i giovani che si affacciano alla carriera nel settore orafo: «Non accontentatevi mai della vostra preparazione. Capite cosa significa il disegno ma anche la tecnica della realizzazione. Questa è la cosa che mi è servita di più, oltre chiaramente ad amare ciò che si fa. Una volta realizzato un pezzo, occorre avere il coraggio di abbandonarlo e pensare subito all’altro, amandolo allo stesso modo».
Oggi l’azienda, avviata nel 1963 da Gianni e Angela, continua grazie alla passione delle figlie Francesca e Cristina che portano avanti la storia di famiglia.