Dopo la gioielleria, anche l’orologeria tira le somme di un anno di emergenza sanitaria che ha costretto le ripetute chiusure dei punti vendita. Secondo l’analisi di Assorologi in collaborazione con GfK Italia, il mercato italiano degli orologi da polso nel 2020 ha subito una contrazione del 28% rispetto al 2019 con un valore di circa 1,51 miliardi di euro. La stima è stata valutata sulla base del Retail Panel, l’indagine mensile realizzata da GfK per monitorare le vendite di orologi da parte dei punti vendita, del Consumer Panel, la ricerca annuale di GfK per Assorologi sugli acquisti di orologi da polso da parte del consumatore italiano, e dei dati relativi all’interscambio con l’estero forniti da ISTAT e dalla Federazione dell’industria dell’orologeria svizzera. L’indagine sulle orologerie tradizionali ha rilevato una contrazione a valore (-35%) e a quantità (-33%) motivata dalle chiusure dei negozi e dall’assenza di turismo internazionale, mentre l’indagine Consumer Orologi 2020 condotta solo sul consumatore italiano, indipendentemente dal canale di acquisto, mostra una flessione meno grave con una perdita del 7,5% a valore e un calo degli acquirenti da 5,6 a 4,8 milioni. In salita, invece, le vendite online a volume che passano dal 31,7% al 39,5% per un valore del 30,4% contro il 21,2% del 2019. Penalizzate dalle ripetute chiusure, gioiellerie e orologerie nel 2020 hanno visto il transito del 41% delle vendite a quantità (47% nel 2019) e del 51% a valore (52% nel 2019). I driver di acquisto più importanti sono il design (33%), la marca (29%) e il prezzo (25,5%). Secondo l’indagine sul Consumatore, le prospettive per il 2021 sembrano essere migliori con una stima di quasi 3,9 milioni di consumatori, +36% rispetto al 2020, che intendono acquistare un orologio da polso nel corso dell’anno. Per gli smartwatch, invece, la ricerca evidenzia che circa 7,7 milioni di italiani ne sono già in possesso e, per il futuro, circa il 35% del consumatori mostra una buona propensione ad acquistarli. «Quando abbiamo deciso di continuare l’analisi del mercato, nonostante la drammatica situazione emergenziale che si è abbattuta sulle nostre aziende, eravamo consapevoli che avremmo avuto un quadro impietoso della realtà – afferma il presidente di Assorologi, Mario Peserico – Questi numeri non ci stupiscono: la perdita totale del turismo internazionale e dei visitatori business dall’estero ha azzerato una parte molto importante di acquisti in Italia e la prolungata e ripetuta chiusura dei punti vendita ha fatto il resto. Siamo fiduciosi rispetto all’interesse che il consumatore italiano continua a nutrire verso l’orologeria e che ci ha consentito di compensare almeno parzialmente l’assenza di acquirenti stranieri. Soprattutto se dopo Pasqua dovessimo riprendere l’attività a pieno regime, confidiamo che si aprirà uno scenario di ripresa almeno per la seconda parte del 2021, che ci permetta di arrestare la flessione e iniziare a ripartire. Quando potremo riprendere il nostro lavoro in sicurezza e in contesti di una normalità ritrovata potremo risalire la china».