di Laura Inghirami
30 aprile 2021
A partire dalla fine del Cinquecento, e per tutta la durata del Seicento, in Italia si diffuse un nuovo stile artistico che metteva in discussione la tradizionale funzione dell’arte, rivoluzionando le proporzioni classiche con uno stile fortemente teatrale, persuasivo, drammatico e fastoso.
L’opulenza dell’arte seicentesca si rifletteva anche nel gioiello. Il legame con quest’ultimo si evince già dal nome stesso: l’aggettivo francese baroque deriva, infatti, dalla parola portoghese barroco che si riferisce alla celebre perla scaramazza, caratterizzata da una forma irregolare e sempre diversa, lontana dalla perfezione della classica perla. È proprio questa irregolarità che ne costituisce il principale elemento di fascino e che ha ispirato i gioiellieri di tutto il mondo nella creazione di originalissimi monili stravaganti ed eccentrici tipici dell’arte barocca.
Nel corso di tutta la loro storia millenaria, queste gemme sono sempre state circondate da miti e leggende estremamente affascinanti. Nella mitologia greca, e poi romana, si credeva che avessero origine divina in quanto nate dalle lacrime degli dei. Nel Cristianesimo, invece, venivano associate alla Madonna, di cui ne rappresentavano il candore. Tale simbolismo subì un cambiamento nel Seicento con il parziale distacco dalla tradizionale aurea di finezza e purezza. Le perle iniziarono così ad essere utilizzate in contesti seducenti o addirittura erotici, ad esempio nella creazione di gioielli per il seno. Al contrario, rimase sempre viva la simbologia di ricchezza ed elevato rango sociale che rappresentavano. Durante il Barocco, infatti, le perle vennero indossate sempre più abbondantemente, non solo dalle donne ma anche dagli uomini, con evidente intento di ostentare il proprio status e prestigio e non era raro che nelle corti vi fossero delle vere e proprie competizioni su chi ne indossasse in maggior numero.
La magnificenza di questi gioielli è rappresentata anche in tutti i ritratti dell’epoca che sono, di fatto, la maggiore testimonianza giunta a noi sullo stile della gioielleria di quegli anni. Siamo solo agli inizi del Barocco ma osservando gli ultimi ritratti di Elisabetta I, regina d’Inghilterra e d’Irlanda, è già evidente l’abbondanza di perle che rappresentano non solo la ricchezza della sovrana, ma anche quella di tutto il regno. Anche Carlo I d’Inghilterra, divenuto re nel 1625, usava farsi ritrarre indossando un singolo orecchino con una perla pendente di grandi dimensioni.
Non è difficile trovare altri esempi nelle raffigurazioni dei personaggi di alto rango della corte reale francese: era proprio nella maestosa reggia di Versailles, infatti, che veniva dettata la moda del tempo. Il Seicento francese si identifica con i regni di Luigi XIII e del Re Sole, Luigi XIV. Questi due sovrani commissionarono nel tempo numerose opere artistiche a scopo celebrativo e adottarono uno stile opulento, riflesso del loro potere. In quegli anni la gioielleria francese affermò la sua supremazia sul mondo intero e, oltre alle perle, anche i diamanti conquistarono il gusto dei reali francesi. Anna D’Asburgo, moglie di Luigi XIII, venne ritratta da Pieter Paul Rubens nel 1625 mentre indossava un gran numero di magnifici gioielli in perle e diamanti. Si può inoltre osservare come in moltissimi ritratti femminili dell’epoca fosse comune l’uso del girocollo di perle e degli orecchini con grandi perle a goccia abbinate ai diamanti: per le nobildonne si trattava di un vero e proprio must have. Celebre è inoltre il ritratto del re, a opera di Frans Pourbus il Giovane, che lo raffigurò da giovanissimo all’inizio del suo regno (venne incoronato all’età di soltanto nove anni). Sullo sfondo dell’opera si scorge il cappello di Luigi XIII decorato con uno stemma tempestato di diamanti. I gioielli della corona francese superavano già in magnificenza quelli di qualsiasi altra monarchia europea, ma con Luigi XIV la ricchezza aumentò ancora. Durante il suo regno, ad esempio, il re acquisì due dei diamanti più celebri della storia: il Grand Sancy, donatogli dal cardinale italiano Mazzarino e il Diamant Bleu, il più grande diamante blu al mondo.
Parallelamente alle legittime consorti dei re, anche le loro amanti venivano omaggiate di preziosissimi gioielli da parte dei sovrani che ne accontentavano ogni desiderio. In particolare, il Re Sole ebbe numerose “preferite” tra cui si ricorda la più bella e passionale Madame de Montespan. Secondo quanto riportato da Bernard Morel nella sua opera The French Crown Jewels, per soddisfare uno dei suoi tanti capricci Madame de Montespan pretese «una collana di perle che desidero sia bella, due paia di orecchini pendenti, uno di diamanti e l’altro di tutte le pietre, una scatola con diamanti accessori, una scatola con varie pietre accessorie, affinché possano essere modificati».
Arrivando ai giorni nostri, Dolce&Gabbana e Gucci sono solo due delle tante Maison di moda che hanno reinterpretato lo sfarzo dello stile Barocco, presentando in passerella gioielli di dimensioni importanti in un’esplosione di oro e opulenza. Anche tra i designer di gioielli, molti hanno omaggiato questo stile e soprattutto le perle. Tra questi, Mateo New York ha presentato Not Your Mother’s Pearl Necklace, una rivisitazione del tradizionale girocollo di perle costituita per metà da perle classiche e per la restante metà solo da un filo d’oro. Mizuki, invece, sperimenta l’uso della “regina delle gemme” in combinazioni sempre più originali, ad esempio con la pelle. Ci sono poi artisti, come Roberto Coin, che hanno dedicato intere collezioni allo stile Barocco: la linea Roman Barocco si rifà, infatti, alla teatralità dell’architettura della capitale italiana, alla magnificenza delle sue cupole, dei suoi monumenti e affreschi, e la omaggia mediante la scelta di oro, diamanti e colorate pietre preziose; la più recente New Barocco è incentrata, invece, su una chiave di lettura più moderna.
Ancora più recente è la collezione Barocko, presentata nel 2020 da Bulgari, che cattura lo “spirito visionario” di un’arte sontuosa, drammatica e affascinante. Maestria e artigianalità sono alla base di pezzi di alta gioielleria caratterizzati da esplosioni di diamanti, colori e stravaganza. Protagonista assoluta di questa collezione è la collana Lady Arabesque, in cui si incontrano zaffiri rosa e tormaline Paraiba, smeraldi e diamanti in un «risultato splendido, invitante e ricco di gioia – come cita la maison stessa nella descrizione della collana – in cui nulla è mai troppo». L’attività artistica contemporanea dimostra così lo spirito e l’originalità sempre attuale dello stile Barocco che ha adornato per secoli le nostre città e che, a quanto pare, ritorna sempre, anche nei gioielli.
Referenze
Chadour-Sampson B. (2013). Pearls. Victoria and Albert Museum, London: V&A Publishing
Morel B. (1988) The French crown jewels. Bilbao: Fonds Mercator. Prince Michael of Greece. Crown jewels. (1986) Crescent books.