Il 2020 risulta essere stato uno degli anni più difficili per l’oreficeria che ha visto crollare la domanda mondiale ai livelli minimi dell’ultimo decennio – 1400 tonnellate – con una contrazione pari al 33,5%. È quanto emerge dal recente Focus Commodity realizzato sui dati del World Gold Council dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa San Paolo che ha analizzato l’andamento del settore orafo italiano nel 2020. Il primo trimestre dell’anno scorso ha registrato segnali negativi, in particolare per le manovre di contenimento della pandemia, per poi lasciare spazio a un leggero recupero nel terzo e, soprattutto, nel quarto trimestre in cui l’export è tornato a essere il principale sbocco delle vendite per la gioielleria italiana. Infatti, nel medesimo periodo, si sono registrati miglioramenti in India, Cina e USA che ha chiuso il 2020 con i livelli delle vendite di poco inferiori rispetto al 2019 (-1,1%). Sono proprio le esportazioni negli Stati Uniti che hanno permesso alla gioielleria italiana la ripresa registrata a fine anno con +22,4% dei valori esportati e +2,5% delle quantità. In crescita anche l’export verso il Sudafrica che ha segnato un aumento della richiesta dell’oro del 74% in valore e del 34,6% in quantità.
Sul territorio italiano è stata Vicenza la provincia a mostrare un recupero più veloce tanto da superare anche i risultati del 2019 con un +4,7%, grazie soprattutto alle vendite nel mercato americano, ma anche a quelle in Sudafrica, Germania e Malaysia. Negative, invece, le esportazioni verso Emirati Arabi Uniti (-45,5%) e Hong Kong (-59,6%). Arezzo, invece, nonostante la lieve ripresa dell’ultimo trimestre, ha chiuso l’anno con un calo di poco inferiore al 30%. Anche per la provincia toscana l’export ha interessato principalmente Stati Uniti e Sudafrica, seguiti da Francia e Germania. Sono rimasti in forte perdita, invece, Emirati Arabi Uniti (-46,3%) e Hong Kong (-47,8%). È stata Valenza, però, a riscontrare la contrazione maggiore nel 2020 con un -44% in valore. L’ultima parte del 2020 ha presentato, in ogni caso, segnali di recupero visibili rispetto al resto dell’anno per tutto il Paese dando inizio a un lento e graduale recupero trainato soprattutto dal miglioramento dello scenario internazionale e, in particolare, degli Stati Uniti che tornano ad essere uno dei mercati più interessanti per il gioiello Made in Italy. Il mercato interno italiano sembra, invece, più in crisi a causa del più lento e incerto ritorno alla normalità e della minor capacità di spesa delle famiglie italiane.
Per quanto riguarda i metalli preziosi, le quotazioni dell’oro, secondo la ricerca, hanno toccato i minimi da giugno 2020 a causa di uno scenario macroeconomico sfavorevole. L’interesse per l’oro sui mercati finanziari è calato a causa dell’aumento dei rendimenti dei Treasury (i titoli di Stato americani) e del rafforzamento del dollaro americano. La domanda mondiale, secondo il World Gold Council, è scesa a 3760 tonnellate, pari al 14% a/a, il livello annuo più basso dal 2009. Il rapporto oro/argento, che ha registrato una diminuzione nel 2020, potrebbe continuare a scendere a seguito degli investimenti previsti nel settore fotovoltaico che richiederebbero una maggiore domanda di metalli industriali e di argento. Anche la domanda di platino e palladio dovrebbe trarre beneficio sia dalla prevista crescita dei consumi a partire dal 2° trimestre del 2021, sia da una maggiore attenzione alle tecnologie pulite.