di Laura Inghirami
29 novembre 2021
Con il termine preistoria si intende lo studio della storia umana precedente all’invenzione della scrittura. È molto difficile ricostruire la vita dei nostri antenati in questo lunghissimo arco temporale che inizia con l’origine della specie umana circa 2 milioni di anni fa e termina circa 5000 anni fa con la produzione del primo scritto conosciuto, attribuito ai Sumeri della Mesopotamia. Ciò che accorre in nostro aiuto è l’arte dell’uomo preistorico. I manufatti che realizzava, le abitudini, le scoperte, le prime forme di spiritualità: tutto è racchiuso in oggetti di vita quotidiana. Vere e proprie forme d’arte, come pittura e ornamenti personali, che avevano spesso una funzione di comunicazione simbolica in ambito magico-religioso.
È interessante notare come il gioiello si diffonda nel Paleolitico superiore, quando la condizione umana era ancora alquanto instabile e poco sviluppata. La vita delle comunità si svolgeva ancora nelle caverne, l’allevamento e l’agricoltura non erano ancora stati inventati, eppure l’ornamento personale aveva già un ruolo centrale come mezzo di comunicazione e, in particolare, come amuleto. Non è un caso che i gioielli di quel tempo giunti fino a noi rappresentino spesso animali con cui l’uomo doveva combattere ogni giorno per garantirsi la sopravvivenza tramite la caccia. Spesso i primi ominidi creavano gioielli di tipo zoomorfo affinché questi propiziassero la vittoria dell’uomo sull’animale e permettessero all’uomo stesso di assumere le caratteristiche delle belve come possanza e agilità. Avevano tale potere magico i ciondoli realizzati con l’avorio dei denti dei mammut oppure con conchiglie, zanne, denti e ossa di vari animali. Secondo la credenza dei nostri antenati, indossare questi pendenti poteva fare la differenza tra la vita e la morte. In aggiunta, questi monili avevano la funzione di differenziare il loro proprietario sulla base di quelle che potremmo definire primitive classi d’appartenenza.
È nel Mesolitico che l’uomo iniziò a intagliare, incidere e lucidare le pietre dure per realizzare gioielli più complessi. Nel Neolitico, invece, le donne cominciarono a indossare gioielli ancora più elaborati, come collane e bracciali di conchiglie che avevano la funzione magica di prevenire la sterilità.
La preistoria è il punto di partenza di un periodo ricchissimo che arriva fino ai giorni nostri. “Un giorno – scrive Yves Coppens, uno dei più importanti nomi della paleoantropologia, nel libro Le origini dell’uomo – lavorerà i metalli, prima l’oro, poi il rame, lo stagno e al tempo stesso il bronzo, e infine il ferro… secondo la sua crescente capacità di padroneggiare i gradi di fusione di questi metalli e leghe.” A partire dal IV millennio a.C., l’uomo iniziò progressivamente a lavorare con consapevolezza i metalli e a utilizzarli per una gioielleria sempre più evoluta e ricca di significati. E tra i metalli, l’oro ricoprì un ruolo speciale, per la sua bellezza, lucentezza e incorruttibilità che suggerivano un legame con le divinità.
Immagine in evidenza: copricapo in oro, lapislazzuli e corniola, appartenente alla civiltà dei Sumeri, 2600 – 2500 a.C. circa.