In questo contesto di crisi energetica che stiamo vivendo, le preoccupazioni per l’economia del Paese non escludono alcun settore. Confindustria Moda, Federazione che riunisce le associazioni dei settori moda, calzature, pelletteria, pellicceria, ottica, orafo e concerie, ha espresso i propri dubbi sulla tenuta della filiera e delle imprese che rappresenta. Nonostante l’incremento medio del fatturato nei diversi settori nel primo semestre dell’anno, la crescita repentina dei costi dell’energia e delle materie prime ha avuto un forte impatto negativo sugli utili delle piccole e medie imprese che compongono la filiera. Secondo il comunicato ufficiale, Confindustria Moda sottolinea sei punti principali su cui il futuro Governo dovrebbe agire. Per il contrasto al caro-energia propone di slegare il prezzo dell’energia elettrica da quello del gas e di mettere un tetto al prezzo del gas; di estendere anche al 2023 la possibilità per le imprese di erogare, su base volontaria, fino a 100 euro al mese aggiuntive alla normale retribuzione dei dipendenti, totalmente esenti da ritenute fiscali e contributive, per contribuire al contrasto degli aumenti del costo della vita dovuto all’inflazione. Sul fronte dell’internazionalizzazione, Confindustria Moda propone di consolidare i sostegni economici per la partecipazione delle imprese italiane di tutto il Tessile, Moda e Accessorio alle manifestazioni internazionali e a quelle patrocinate dal sistema delle imprese, di rafforzare il coordinamento tra ICE Agenzia e le associazioni nazionali di categoria per la messa a punto di strategie per la promozione del made in Italy sui mercati internazionali. Per digitalizzazione e sostenibilità la proposta prevede di tornare a finanziare il piano Industria 4.0 e il Transizione 4.0, che hanno portato ad una maggiore competitività internazionale dell’intero settore, oltre agli ulteriori investimenti in tecnologie digitali abilitanti prioritarie, come quelli in sistemi di efficientamento energetico, autoproduzione ed economia circolare. Nel comunicato sottolinea anche la necessità di mantenere quanto già riconosciuto dal MISE per il credito di imposta (equiparazione della ricerca e sviluppo di nuovi design e nuove collezioni del settore Tessile, Moda e Accessorio a quella tecnico/scientifica) e di valorizzare la formazione tecnico-scientifica, riducendo il gap fra la domanda del mondo del lavoro e l’offerta del sistema formativo e la disoccupazione giovanile e i fenomeni di dispersione scolastica.