Il 20 giugno scorso è stato approvato il Decreto Legislativo 92/2017 riguardante la nuova normativa sulla compra vendita di preziosi usati, che ha sollevato una serie di dubbi e critiche tra gli operatori del settore, resi pubblici da Steven Tranquilli, direttore Federpreziosi Confcommercio: «Al momento della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale il 20 Giugno scorso ci si è resi conto dello stravolgimento totale e di come il Governo abbia mischiato le carte senza alcuna logica, per di più disattendendo i pareri espressi dalle due Commissioni Parlamentari – la VI Commissione Finanze della Camera e la VI Commissione Finanze e Tesoro del Senato – che avevano espresso parere favorevole al testo ponendo ben precise condizioni circa l’adozione di un codice speciale ATECO che consentisse la netta distinzione tra i soggetti che svolgono prevalentemente attività di compra vendita di oggetti preziosi usati – vale a dire i cosiddetti compro oro – e chi svolge tale attività in maniera del tutto occasionale, in proporzioni minime, per i quali si tratta, nella stragrande maggioranza dei casi, di un servizio reso al cliente: si parla di permuta di oggetti obsoleti con gioielli più attuali o, attraverso interventi di carattere artigianale, di loro trasformazione in nuovi. E’ importante ricordare come le Commissioni abbiano ascoltato in sede di audizione tutte le organizzazioni di categoria interessate, che avevano fornito dettagliate memorie ai fini di un’esaustiva valutazione delle problematiche e della loro soluzione: tutto il possibile per consentire alle Commissioni di esprimersi con cognizione di causa».
Il Decreto, che sarà di fatto in vigore già dal 5 luglio, impone a tutti i gioiellieri che vogliono fornire servizi di permuta o sistemazione di vecchi preziosi di iscriversi a un apposito registro degli operatori, dotarsi di un conto corrente bancario o postale dedicato a questo tipo di transazioni, identificare il cliente, quotare e descrivere l’oggetto prezioso e segnalare all’Unità d’Informazione Finanziaria (UIF) qualsiasi operazione sospetta. Il decreto cambierà anche, in queste transazioni, la soglia dell’uso del contante che si abbasserà da 1.000 a 500 euro. Inoltre, come ha specificato Roberto Duranti, presidente Federpreziosi Confcommercio Toscana «Completa l’intervento legislativo un impianto sanzionatorio assolutamente sproporzionato, che prevede, fra l’altro, una multa da 2.000 a 10.000 euro e la reclusione da sei mesi a quattro anni per l’esercizio abusivo dell’attività di compro oro senza iscrizione al Registro nazionale; una sanzione da 1.000 a 10.000 euro per l’omessa identificazione del cliente e una sanzione da 5.000 a 50.000 euro per l’omessa segnalazione di operazione sospetta». Di fatto, però, la confusione e incompletezza delle norme espresse nel decreto rendono impossibile agli operatori del settore di riuscire ad adeguarsi entro domani.