Secondo il recente studio effettuato dall’azienda di consulenza Deloitte sull’industria dell’orologeria svizzera, la maggioranza dei produttori del settore ritiene che il negozio fisico rimarrà il canale primario di vendita dei propri prodotti. Secondo la ricerca, nonostante l’accelerata digitalizzazione delle aziende dovuta alla pandemia, le vendite di orologi offline saranno maggiori di quelle online. Questo soprattutto perché l’esperienza in negozio rappresenta ancora una parte importante del customer journey su cui le aziende stanno investendo potenziando il marketing esperienziale dei propri brand.
«Per un settore che si basa in gran parte sulla connessione emotiva derivante dalla visione e dalla manipolazione degli orologi, la sfida futura sarà relativa a come combinare fisico e digitale, al fine di creare una vera e propria esperienze “phygital” integrata – ha osservato Karine Szegedi, Head of Fashion & Luxury di Deloitte Switzerland – Questo passaggio sarà essenziale non solo per creare un un’esperienza fluida per i clienti, ma anche per aumentare la resilienza in caso di un nuovo potenziale lockdown».
Nel contesto mondiale che tutti i settori merceologici stanno affrontando, anche l’orologeria svizzera ha subito inevitabilmente un’influenza negativa. Secondo il Deloitte Swiss Watch Industry Study 2020, l’85% dei dirigenti dell’orologeria svizzera prevede uno scenario cupo dettato dal calo delle esportazioni, dal crollo del turismo globale e dal calo della domanda interna. Il blocco della produzione in Cina ha inoltre evidenziato lacune nella catena di approvvigionamento e nelle scorte dei produttori e ha portato a riconsiderare nuovamente la Svizzera come sede produttiva. A questo scenario si aggiungono anche le incertezze geopoliche dovute alla Brexit, la guerra commerciale USA-Cina, l’aumento del prezzo dell’oro, la carenza di manodopera qualificata e la popolarità degli smartwatch, tutti elementi che possono rappresentare rischi significativi per il settore.
Nonostante la situazione, gli operatori del settore non smettono di sostenere le proprie attività con strategie omnichannel potenziate, approfondendo il mercato dell’usato (in netta crescita grazie anche ai canali digitali e agli e-commerce che aprono il mercato a una fetta più ampia di acquirenti) e spostandosi verso una produzione più sostenibile ed etica.
«Nel settore della moda e del lusso in generale, stiamo assistendo a un rapido riposizionamento verso la sostenibilità, con designer e gioiellieri che si concentrano su materiali eco-compatibili, un approvvigionamento responsabile e upcycling – ha dichiarato Patrizia Arienti, Fashion & Luxury Leader di Deloitte EMEA – Si tratta di una serie di atteggiamenti che diventeranno sempre più importanti negli anni a venire, anche nel settore dell’orologeria».