Le suggestioni sono tante, ma si possono individuare due filoni tematici predominanti nelle collezioni di Alta Gioielleria presentate a Parigi la settimana scorsa durante le sfilate della Haute Couture. Il primo è la fiaba della tradizione europea, il secondo è l’Oriente, entrambi articolati attraverso punti di vista e stili diversi molto identificati con ciascuna Maison. Capofila del filone fiabesco è Van Cleef & Arpels, che quest’anno ha scelto quattro racconti dei fratelli Grimm come spunto per altrettante storie di gioielli a forma di principesse, uccelli magici, tappeti volanti e scarpette fatate, ma anche Valerie Messikà ha tratto ispirazione dalla formula Once upon a time, che ha proiettato la sua immaginazione dai sogni di bambina all’incanto, adulto, dei collier di diamanti.
Il fascino d’Oriente invece emerge soprattutto nella collezione Coromandel di
Chanel, chiaramente modulata sulla base dei paraventi cinesi che mademoiselle amava collezionare, ma con tratti totalmente diversi e più esuberanti, a tratti selvaggi, si ritrova anche nelle creazioni Red Carpet di Chopard, che ha svelato, tra gli altri tesori, anche un collier di piume ispirato agli abiti e ai savoir-faire tradizionali delle popolazioni che vivono nelle pianure della Mongolia. Una vaporosa creazione, presentata in una sorta di gabbia come se potesse volare via, che accosta un cameo scolpito e impreziosito da volute di apatite blu, granati viola e diaspri rossi, a una gorgiera di piume di gallo, airone cenerino, struzzo e fagiano tenebroso. Una leggenda di savoir faire è infine l’anima della Haute Joaillerie di Buccellati, che punta sul pizzo a nido d’ape grazie al quale la maison è diventata famosa e riconoscibile in tutto il mondo. Una miniatura di traforo manuale realizzata, buchino dopo buchino, dagli artigiani del suo atelier. Mesi e mesi di lavoro dietro a ciascun gioiello, con un risultato di straordinaria grazia e leggerezza. Sul prossimo numero dell’Orafo Italiano un report completo delle presentazioni parigine, da Piaget a Mikimoto, da Boucheron a Damiani e tanti altri.