La gioielleria torna a splendere, almeno negli Stati Uniti: è questa la conclusione di Sarah Quinlan, vice presidente senior e capo del gruppo di Market Insights per Mastercard Advisors, intervistata da WWD.com, un punto di riferimento autorevole per il fashion trade. Il 2014 dunque, secondo Quinlan, si è chiuso con un bilancio positivo. Le vendite di gioielli negli USA sono cresciute anno su anno per venti mesi consecutivi, surclassando i già floridi mercati di accessori e abbigliamento femminili. Quinlan attribuisce il lungo periodo di acquisti nella gioielleria a un cambiamento nelle spese della post-recessione: «Il consumatore oggi concepisce la spesa in modo differente rispetto agli anni di crisi: ciò che emerge è il rinnovato desiderio di lusso». Molte le maison che hanno beneficiato della situazione: Tiffany & Co. ha dichiarato che le vendite nel terzo quadrimestre, nelle Americhe, sono aumentate del 10%, mentre nello stesso periodo il gruppo LVMH – cui fanno capo, tra gli altri, Tag Heuer, Chaumet, Bulgari e De Beers – ha raggiunto la quota di 706 milioni di euro, un salto significativo dai 607 milioni dell’anno precedente. E ancora: Caroline Scheufele, copresidente e direttore creativo di Chopard, ha comunicato che negli ultimi 24 mesi si è verificato un forte interesse per i gioielli del brand da parte del pubblico giovane con buona possibilità di spesa. «E’ cambiato l’atteggiamento – ha concluso Quinlan – Si spende volentieri in viaggi e ristoranti al fine di creare un momento di condivisione con amici e famigliari. In quest’ottica, la gioielleria è capace di creare un ricordo, arricchendo l’esperienza».
Illustrazione di Sujean Rim