Belle e brutte notizie per il settore orafo italiano il cui fatturato dello scorso anno è al centro del recente rapporto congiunto di Club degli Orafi e della Direzioni Studi e Ricerche di Intesa San Paolo. Secondo i dati ISTAT, nel 2018 la produzione e il fatturato di oreficeria e bigiotteria sono rimasti in crescita, rispettivamente dell’8,4% e del 4,6%. E fino a qui le belle notizie. Parlando di esportazioni, invece, le percentuali scendono: la bigiotteria segna -1,7% e i gioielli in metallo prezioso il -2,7%. Tra i Paesi coinvolti solo gli Stati Uniti segnano un valore positivo (+2%) conquistando il secondo posto dopo la stabile Svizzera. Calano invece le esportazioni verso Hong Kong (-4,3%), Emirati Arabi Uniti (-16,1%) e Francia (-5,8%) che nel 2017 aveva registrato un boom di vendite dall’Italia.
«Il quadro che emerge dai dati dell’intero 2018 evidenzia un rallentamento che appare in parte fisiologico dopo l’exploit dell’anno precedente – ha commentato Stefania Trenti, della Direzione Studi e Ricerche di Intesa San Paolo – La forte incertezza che sta caratterizzando lo scenario internazionale prospetta un 2019 non facile per il settore: tradizionalmente, infatti, l’incertezza fa aumentare i prezzi dei preziosi e ridurre la domanda di gioielli. Non mancheranno, tuttavia, le opportunità di crescita che molte imprese italiane riusciranno a cogliere».
Gabriele Aprea ha osservato invece che «Il 2018 si presenta come un anno a luci e ombre per il settore orafo italiano, complice anche l’andamento dei prezzi dei preziosi, l’evoluzione del cambio e la presenza di una domanda mondiale non brillante, dove pesano le difficoltà del Medio Oriente, Emirati Arabi Uniti in primis, e di altri mercati importanti come la Turchia, paese che tra l’altro è uno dei nostri concorrenti più temibili in questo momento, visto anche il vantaggio competitivo dato dalla forte svalutazione. In questo scenario, a fronte di una domanda interna che non dà segnali di recupero, bisogna a nostro avviso monitorare attentamente i flussi di importazione. Il nostro settore ha storicamente un saldo positivo e tra i più elevati in ambito manifatturiero. Il 2018 ha visto una lieve diminuzione del saldo che, sebbene non preoccupante, ci porta ancora una volta a sottolineare l’importanza di supportare il Made in Italy del gioiello ad affrontare uno scenario competitivo internazionale complesso e iniquo che vede contrapporre l’alta qualità dei nostri prodotti, a prodotti di qualità altalenante realizzati con politiche di sfruttamento umano e ambientale, insostenibili ed eticamente inaccettabili. E’ auspicabile che una volta per tutte l’Europa si faccia portavoce di tali iniquità e si confronti a livello internazionale per l’adozione di adeguate misure atte a valorizzare le eccellenze manifatturiere di ogni Paese membro».