In una situazione mondiale in cui i mercati esteri sono ancora frenati dalla pandemia, l’Italia inizia i primi passi verso la ripresa che si preannuncia lenta e non priva di rischi. I dati emersi dalla ricerca del Centro Studi Confindustria vedono la produzione industriale salire appena del +3,9% a giugno, dopo un crollo del -43,1% a marzo/aprile. I consumi segnano dati negativi a giugno con -15% annuo con poca fiducia da parte dei consumatori, che hanno anche perso potere d’acquisto, e giudizi negativi sulle condizioni per investire.
Qualche buona notizia arriva dall’export il cui +34,6% non raggiunge, tuttavia, i livelli pre-Covid e dal credito che risulta in aumento moderato (+1,9%). Dopo il calo vertiginoso a maggio degli occupati (-84mila), la ricerca attiva di lavoro ha iniziato a risalire (+307mila). Il tasso sovrano in Italia prosegue in discesa (1,16% medio a luglio), restando lontano dal livello in Spagna (0,35%) e soprattutto nei paesi tripla A dell’Eurozona (-0,40%). Aiuta la BCE, che ha confermato il proseguire degli acquisti di titoli a lungo dopo la fine del lockdown. La Borsa in Italia accentua la risalita (+6,6% a luglio), ma resta su valori compressi (-18,6% dal pre-Covid). L’Europa in questi mesi ha visto i primi segnali di ripresa delle attività grazie all’allentamento dei vincoli sanitari e alle riaperture: +12,4% la produzione dell’industria e +27,9% nelle costruzioni, +17,8% il commercio al dettaglio. In queste settimane, inoltre, l’Europa ha varato il Recovery Fund, un piano per la ripresa da 750 miliardi: all’Italia spetterebbero 208,8 miliardi di cui 81,4 di sovvenzioni utilizzabili entro il 2023 e 127,4 di prestiti.