di Antonella Garello
Matteo Farsura, Davide Martini – entrambi brand manager Jewellery & Fashion Division IEG – e Mario Vescovo, Operations Director IEG, illustrano in dettaglio la manifestazione
Partiamo dalla genesi di VOICE: a molti sembrava impossibile una fiera in Settembre…
(MF) «Già all’inizio del lockdown, a marzo, ci è stato chiaro che il calendario fieristico avrebbe subìto modifiche. In tutti questi mesi come Italian Exhibition Group ci siamo tenuti in contatto con le aziende di tutti i settori presidiati dalle nostre manifestazioni fieristiche, seguendole costantemente per capire come stavano affrontando le problematiche dell’emergenza e come avremmo potuto supportarle concretamente. Al tempo stesso abbiamo monitorato con continuità la situazione dei voli internazionali e la buyers’ confidence. A Giugno la situazione rimaneva incerta ma dall’intera filiera e dalle associazioni del settore orafo era netta la richiesta – dopo un periodo tanto lungo di forzata assenza – di un momento di condivisione e visibilità “in presenza” entro la fine dell’anno, per dare un chiaro segnale di ripartenza e ricostruire un clima di fiducia».
Parlando della fiera fisica, ci saranno particolari limitazioni per quanto riguarda l’accesso e la presenza degli operatori negli stand o nei padiglioni, una volta misurata la temperatura all’ingresso?
(DM) Per quanto riguarda gli stand, che sono tutti aperti e che verranno sanificati ogni notte con gas nebulizzati, si vivrà esattamente quella quotidianità che stiamo già vivendo in qualsiasi negozio o luogo pubblico: il layout è uguale per tutti, il modulo base copre una superficie di 15 metri quadrati, comprende una scrivania con tre sedie, una o due vetrine e consente la presenza di quattro persone contemporaneamente. Per quanto riguarda i corridoi e i 4 padiglioni coinvolti – le hall 1, 2, 6 e 7 – ci atterremo alle precise disposizioni in tema di assembramento. Il fatto di aver gestito tutti gli allestimenti direttamente come IEG attraverso Prostand, azienda del Gruppo, ci ha permesso un controllo a 360° e il rispetto uniforme degli standard di sicurezza che ci eravamo dati».
(MV) «Aggiungo che, per quanto riguarda l’accesso al quartiere fieristico, abbiamo previsto una modalità touchless, con preregistrazione e download di biglietti e badge online. Sempre nell’ottica di evitare le code, che, anche al di là del Covid costituiscono comunque un disagio, per il controllo della temperatura ci siamo muniti di sofisticate telecamere che riescono a misurare la temperatura a una trentina di persone contemporaneamente in pochi decimi di secondo. Abbiamo introdotto la tecnologia anche nell’area ristoro: sarà possibile ordinare e pagare i pasti tramite app e ritirarli in punti prestabiliti, in contenitori monouso e compostabili».
Restando in tema di presenza fisica, come avete affrontato in generale il tema della sicurezza sanitaria?
(MV) «Naturalmente è stata una priorità. Abbiamo rivisto passo per passo tutti i percorsi e i processi interni, per rendere ogni passaggio sicuro per tutti – espositori, visitatori, fornitori e dipendenti – pur senza prevedere ovunque blocchi e divieti indiscriminati. La questione della sicurezza è estremamente delicata. A monte della sanificazione delle superfici e degli ambienti, abbiamo adottato standard altissimi di pulizia, siamo stati in assoluto la prima società italiana a seguire il protocollo indicato dalla GBAC (Global Biorisk Advisory Council), oggi una divisione dell’ISSA, l’associazione mondiale dell’industria delle pulizie, che ha messo a punto i sistemi di gestione di pandemie come quella di Ebola. Il sistema della pulizia e della sicurezza si declina in tre punti fondamentali: la formazione degli addetti, cosa per niente scontata in questo settore; la prevenzione, che è il risultato del calcolo del rischio e dall’applicazione delle misure appropriate caso per caso; e il contenimento, cioè un piano di intervento rapido e programmato nel malaugurato caso dovesse crearsi una necessità in tal senso. Nel nostro sito è consultabile l’intero protocollo #safebusiness definito da IEG».
Come pensate di supportare le aziende espositrici interessate ai mercati esteri?
(MF) Realisticamente dall’estero ci aspettiamo la presenza di buyer provenienti da Paesi come Germania, Francia e Spagna, che, un po’ come l’Italia, si stanno lasciando l’emergenza Covid-19 alle spalle. Per gli altri mercati, in particolare Asia, USA e Paesi del Golfo, abbiamo messo a punto una piattaforma digitale di proprietà di IEG veramente sofisticata. Concretamente, abbiamo allestito un’area dove gli espositori potranno connettersi coi buyer di loro interesse, in condizioni ottimali di luci e connessione e sfruttando una particolare tecnologia digitale che permetterà loro di mostrare i propri prodotti in ogni dettaglio. A breve sarà disponibile un elenco di buyer internazionali, selezionati dal nostro ufficio marketing e profilati secondo determinate caratteristiche. Gli espositori potranno prenotare in anticipo gli incontri con gli operatori di proprio interesse, arrivando in fiera con un’agenda già ricca di appuntamenti di qualità, che eviteranno perdite di tempo. Ogni incontro durerà circa mezz’ora. In questo senso ci siamo resi conto che VOICE potrà anche avere un ruolo importante nella digitalizzazione delle aziende orafe, un processo ormai ineludibile.».
Che messaggio può mandare VOICE ai dettaglianti, che in Italia stanno vivendo momenti difficilissimi?
(DM) VOICE è programmata in un periodo perfetto per i riordini in vista di Natale e delle feste di fine anno. Siamo ben coscienti dei problemi di invenduto legati ai mesi di chiusura delle gioiellerie, ma sappiamo anche che nelle vetrine il consumatore finale cercherà e sarà attratto dalle novità, da collezioni appena lanciate, non certo da articoli visti mesi prima. In fiera i dettaglianti potranno esaminare e toccare con mano i nuovi campionari e selezionare i gioielli più adatti alla propria clientela, che solo loro conoscono».
Quanti espositori hanno già aderito a VOICE?
(MF) Attualmente sono quasi 350 le aziende che hanno confermato la loro partecipazione: tra loro top player come Pesavento, Damiani, Fope, Antonini, Liverino, Mattioli, Bronzallure, Roberto Coin, Vendorafa, Nanis, Karizia, Alessi, Unoaerre. Saranno rappresentati tutti i distretti produttivi del nostro Paese e l’intera filiera, dalle tecnologie alle pietre sciolte, dai semilavorati al packaging al prodotto finito. Siamo veramente orgogliosi di questa fiducia e del sostegno che ci hanno dimostrato concretamente anche tutte le associazioni di categoria, prime fra tutte Confindustria Federorafi, Confartigianato, CNA, Api, Federpreziosi Confcommercio, AFEMO, Assocoral e, a livello internazionale, CIBJO.
Sperando in un prossimo ritorno a una vera normalità, quanto rimarrà dell’esperienza di VOICE?
(MV) Di fronte all’emergenza del Covid-19 abbiamo colto l’occasione per “ripensarci” e migliorare moltissimi aspetti della nostra organizzazione, inaugurando una serie di processi destinati a rimanere anche in futuro, a beneficio e per la sicurezza di tutti. Voice è il frutto di una logica di pensiero circolare, che ha coinvolto veramente tutti i possibili aspetti di pianificazione.
Per maggiori informazioni: www.vicenzaoro.com/it/voice