Riflesso della società contemporanea in cui un apparente sfavillio può celare disuguaglianze e difficoltà, il tema di quest’anno del MET Gala – Gilded Glamour – ha rispolverato l’età dorata statunitense di fino ‘800. La Gilded Age prende il nome dal romanzo “L’Età dell’oro” del 1873 in cui Mark Twain fa riferimento in modo satirico ai problemi sociali del tempo che venivano nascosti da una facciata di lusso e benessere. Se da una parte, infatti, l’età dell’oro statunitense ha vissuto una rapida crescita economica, dall’altra è invece coincisa con l’arrivo di milioni di immigrati negli Stati Uniti da nazioni impoverite che evidenziarono le forti disuguaglianze economiche. Anche quest’anno, quindi, il tema del MET Gala diventa uno spunto di riflessione per quello che il mondo contemporaneo sta attualmente vivendo. Attraverso gli omaggi alle figure del passato, alcuni invitati hanno voluto inviare un proprio personale messaggio attraverso le scelte di stile. L’attore e rapper britannico di origini pakistane, Riz Ahmed, ha infatti calcato il tappeto rosso e reso omaggio ai lavoratori migranti della Gilded Age indossando camicia e pantaloni da lavoro corredati da una collana di Cartier che ricorda i gioielli degli indiani Hyderabadi. Sarah Jessica Parker, invece, ha dedicato il suo abito a Elizabeth Hobbs Keckley, ex schiava divenuta sarta della Casa Bianca e attivista civile, e Hillary Clinton ha ricordato, attraverso i ricami del suo vestito, i nomi delle donne che hanno reso grande l’America. Più legati allo scintillio dell’Età d’oro, gli altri invitati hanno fatto sfoggio di abiti tempestati d’oro e paillette: Amber Valletta ha puntato per abito e accessori sul total-gold, spezzato soltanto da lunghi guanti neri che hanno messo in risalto gli iconici gioielli di Buccellati; Jessica Chastain, interamente ricoperta di paillette rosse, ha optato per uno stile rétro completato da turbante en pendant e maxi chandelier, tutto firmato Gucci; quasi come se fosse appena uscita da un quadro (per l’esattezza dal ritratto di Madame Paul Poirson realizzato nel 1885 da John Singer Sargent), Billie Eilish interpreta lo stile dell’epoca con corsetto, dettagli floreali e choker in velluto e diamanti, anche in questo caso di Gucci.
La regina della serata, e madrina dell’evento, è stata sicuramente Blake Lively che ha sorpreso tutti – marito compreso – con un abito trasformista che ha cambiato silhouette e colore – dal bronzo al verde acqua – direttamente sul red carpet. L’abito, firmato Versace, rende omaggio alla città di New York (e cosa aspettarsi di più da Serena van der Woodsen?) e in particolare alla Statua della Libertà che proprio nel 1886 venne svelata. La statua infatti era inizialmente color bronzo e ha cambiato colore, proprio come l’abito di Blake, nel corso degli anni a causa dell’ossidazione diventando di quel suo caratteristico colore verde-blu. Inoltre, la coda dell’abito richiama nei ricami le dodici costellazioni presenti sul tetto del Grand Central Terminal della Grande Mela. Completano il look i gioielli di Lorraine Schwarz – tiara e orecchini – che richiamano nei colori e nel design gli elementi della Statua della Libertà. Ultima, ma non meno discussa, l’apparizione di Kim Kardashian che ha, come sempre, lasciato il segno. Dopo i rumor delle ultime settimane è arrivata la conferma proprio sul tappeto rosso: la Kardashian, infatti, ha indossato lo storico abito che Marilyn Monroe aveva alla festa di compleanno del presidente J.F. Kennedy in occasione della quale ha cantato i suoi personali e indimenticabili auguri. Gli unici accessori scelti per accompagnare questo abito che ha fatto la storia sono stati una pelliccia bianca (richiamo a quella indossata da Marilyn) e un paio di orecchini di diamanti firmati Cartier. D’altronde qualsiasi altro accessorio sarebbe stato superfluo accanto a un vestito così iconico.