Negli spazi rinnovati di Corso Como 10 a Milano è possibile visitare una contenuta ma affascinante esposizione di gioielli dal titolo Pietro Consagra. Ornamenti.
Il grande scultore siciliano, maestro dell’astrattismo italiano, nel 1969 lavorò a Milano presso GEM Montebello, il laboratorio di metallurgia preziosa di Gian Carlo Montebello, effervescente fucina di ornamenti d’artista. Erano anni di grande fervore intellettuale, di entusiasmo e libertà espressiva che indussero Consagra, in collaborazione d’intenti con l’allora compagna Carla Lonzi (fondatrice di “Rivolta femminile” e autrice dei testi femministi esposti in mostra) a proseguire la propria ricerca nel campo del gioiello a cui era approdato nel secondo dopoguerra. Mentre le prime realizzazioni di collane e monili riproducono la linea astratta dell’artista con materiali poveri e forme che appaiono incompiute, gli ornamenti in esposizione ricordano le forme a volumi stilizzati teorizzate nell’opera La città frontale, testo pubblicato proprio in quegli anni ed evocato da Spessori in prospettiva (1968), installazione scultorea presente in mostra, che esemplifica gli elementi riferibili alla frontalità architettonica propugnata dall’artista.
L’integrale collezione comprensiva di prove d’artista e bozzetti è elegantemente presentata grazie agli espositori originali pensati dall’autore e corredata dalle immagini d’epoca del fotografo Ugo Mulas, che completò l’alchimia artistica scegliendo per i propri scatti la celebre modella Benedetta Barzini, musa ispiratrice di Salvador Dalì, Richard Avedon e Andy Warhol, di recente tornata da un soggiorno negli Stati Uniti, dove aveva maturato la decisione di sposare la causa del marxismo e del femminismo radicale.
Si tratta effettivamente di una collezione che non lascia indifferenti. I materiali nobili (oro, argento e pietre preziose) si fanno autentico Ornamento esaltando la visione frontale del viso e del corpo: così il gioiello diventa maschera e diadema che non nasconde ma anzi esalta i lineamenti, mentre i sensuali cache-sex e gli ornamenti da ombelico amplificano la voluttà delle cavità carnose con generose forme arrotondate, che invitano a sciogliere nodi di piacere.
Sotto un profilo concettuale, il discorso femminista è affrontato con ironia e provocazione forse sfuggente: gli ornamenti da sopracciglio e il pendente sospendono davanti alla bocca un morso in argento, che libero di oscillare rievoca e scioglie una costrizione. Più immediato, ai nostri occhi, il riferimento precognitivo ad una poetica cyberpunk, ad una fusione carne-metallo che si fa esaltazione reciproca della materia e acceleratore sensuale e emozionale.
Pietro Consagra. Ornamenti è visitabile tutti i giorni dalle 10.30 alle 19.30 fino al 5 aprile negli spazi di Corso Como 10 a Milano, ingresso libero.
Alessandro Cesaris